mercoledì 19 luglio 2017

Recensione : Inferno di Dan Brown

Era molto tempo che non mi dedicavo alla lettura di un  buon libro ed ho voluto inaugurare questo "ritorno" con un romanzo che volevo leggere da tempo, di un autore che ha saputo sicuramente catturare le mie preferenze con i suoi precedenti best seller : Dan Brown.
Questo romanzo, Inferno, ha raggiunto il mio interesse non solo perché scritto da Brown, ma sopratutto perché trattava un argomento che, chi mi conosce sa bene, è tra i miei preferiti di sempre : La cantica dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri.



                                                           


TITOLO : Inferno
TITOLO ORIGINALE : Inferno
AUTORE: Dan Brown
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2013
1° ED ITALIANA: 2013
GENERE: Romanzo/Thriller

Il libro, edito nel 2013 e sesto romanzo dell'autore, ha come protagonista nuovamente Robert Langdon ( che compare anche nei precedenti romanzi di Brown " Angeli e demoni " , "Il codice Da Vinci " ed "Il simbolo perduto ") , professore di simbologia all'università americana di Harvard e stimato simbologista a livello mondiale, che si trova, questa volta, a dover affrontare il genio folle di un miliardario scienziato svizzero e si ritroverà come sempre a dover vivere una "caccia al tesoro" fatta di simboli per sventare il piano minaccioso del ricco elvetico.
Il romanzo si apre con una figura, che si definisce "l'ombra" che, inseguita da personaggi misteriosi, si suicida lanciandosi dal campanile della Badia Fiorentina a Firenze.
Firenze, quindi, fa da scenario primario al romanzo portandoci tra i vicoli della città toscana in compagnia di una bella dottoressa, di nome Sienna Brooks e del nostro bel professore che, svegliatosi in un letto di ospedale con una ferita alla testa, ha delle allucinazioni e soffre di amnesia, non ricordando nemmeno il come si sia ferito ed il perché una donna coi capelli a spine ed un gruppo di persone in uniforme nera tentano di ucciderlo.
Molto interessante il tour culturale che l'autore ci propone portandoci tra le opere architettoniche,  culturali e storiche di Firenze, Venezia ed Istanbul, alla costante ricerca del prodotto del folle scienziato svizzero che minaccia l'intera umanità, il tutto scandito da riferimenti alla cantica più bella e suggestiva della Divina Commedia.


COMMENTI 

Con mio grande rammarico è un romanzo che mi ha altamente delusa!
Mi sono immersa in questa lettura  a capofitto e subito mi ha letteralmente travolta tant'è che non riuscivo a fermarmi e, benché fosse tarda notte e mi ero ripromessa di leggerne giusto qualche capitolo per conciliare il sonno, ho finito di leggere solo quando albeggiava;
Tuttavia devo dire che l'interesse per il libro scemava andando avanti e, nonostante abbia trovato che sia una lettura gradevole come tutte quelle di Dan Brown ( si fa leggere, insomma ), la struttura della storia è stata abbastanza scontata ed ovvia, cosa che non mi aspettavo dall'autore; infatti prevedevo quasi tutto prima di leggerlo, solo il finale è stato imprevedibile ma non necessario a rialzare l'opinione che mi ero fatta del romanzo.
Ho trovato, durante la lettura del romanzo forti luoghi comuni verso gli italiani come un addetto alla vigilanza che si lamentava di dover "lavorare" aprendo un portone e lasciare la visione di una partita di calcio alla tv oppure come la co-protagonista, Sienna Brooks che, per passare inosservata tra un gruppo di Italiani, inizia a parlare con Langdon gesticolando animatamente; insomma una sagra di luoghi comuni che ho trovato di cattivo gusto.


Il voto che gli dò è 6, appena la sufficienza dovuta al finale imprevisto ed al tour storico/culturale ( anche se con qualche inesattezza ) che sicuramente resta molto suggestivo.

                                              DA QUI INIZIANO GLI SPOILER 

TRAMA


Lo scenario si apre in una bellissima Firenze dei giorni nostri, con un personaggio misterioso che si suicida gettandosi da un campanile.
Sei giorni dopo ritroviamo Robert Langdon, ricoverato in ospedale, a Firenze, per una ferita di arma da fuoco alla testa ed in preda ai una forte amnesia collegata agli ultimi giorni ed ha allucinazioni che riguardano gente sommersa a testa in giù in un fiume di sangue ed una bella donna agè, dai capelli argentei che gli intima "cerca e troverai". A curare il nostro protagonista troviamo il Dottor Marconi, un anziano professore dalle sopracciglia arruffate e la braba incolta, ed una bella ragazza sulla trentina di origine inglese, Sienna Brooks, interpellata dal dottore per fare da traduttrice con il paziente.
L'atmosfera confusa e tranquilla viene "violata" da una donna vestita di nero e con i capelli a spine, Vayentha, che sullo stipite della porta uccide a sangue freddo il dottor Marconi, che cade a terra agonizzante; Si intuisce subito che nel mirino della killer c'è il professore, che grazie alla  dottoressa Brooks, che chiude e blocca la porta, inizia a fuggire.
La dottoressa, che ha aiutato il nostro protagonista a sfuggire alla killer, porta Langdon nel proprio appartamento e lì, il nostro professore, si rende conto che nell'interno della sua giacca, nascosto nella fodera, c'è una capsula di titanio che porta un "riconoscitore di impronte digitali" programmato con l'impronta del suo pollice.
Aperta la capsula vi troverà un cilindro d'osso con inciso l'immagine di Lucifero, come descritto da Dante nella Commedia, e l'acronimo "SALIGIA", e la sigla "SALIGIA" che è l'acronimo deì sette vizi capitali: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira ed accidia. All'interno del cilindro un proiettore ad alta tecnologia mostra la mappa dell'Inferno Dantesco di Botticelli, con alcune modifiche tra cui l'anagramma delle parole "cerca trova".
Queste modifiche portano il nostro professore ad un dipinto del Vasari, nel Salone dei Cinqucento di Palazzo Vecchio, e ci arriverà con l'aiuto di Sienna dopo essere sfuggiti ad uomini in divisa nera che gli danno la caccia per ucciderlo.
Arrivati a destinazione, Langdon, si rende conto che la sera prima, in compagnia di un altro stimato professore, Ignazio Busoni, ha visitato quella sala e rubato la maschera mortuaria di Dante Alighieri.
Sarà il professor Busoni a rivelargli dove ha nascosto la maschera grazie ad un messaggio sulla segreteria telefonica, lasciato prima di morire.
Langdon e Sienna, riprendono la loro fuga volendo raggiungere il nascondiglio della maschera e raggiungono quindi, grazie al messaggio in codice di Busoni, il Battistero di San Giovanni, che secoli prima ha visto lo stesso Alighieri al primo sacramento.
Recuperata la maschera si accorgono che nel suo retro sono stati incisi dei versi che sembrano volerli condurre a Venezia. Ed è lì che si recano insieme ad una terza persona che i unisce a loro, il Dottor Ferris, che lavora per l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
A Venezia, non facilmente e sempre inseguiti dagli uomini in divisa, Robert Langdon, si dirige nella Basilica di San Marco dove cerca la tomba del doge Enrico Dandolo, ed è qui che viene braccato dagli uomini in divisa e catturato mentre Sienna riesce a sfuggire e Ferris, morente, manifesta i sintomi di una grave pestilenza.
Ripresosi dallo svenimento causato dai militari, il professore si risveglia al bordo di una yatch ed è qui che si trova al cospetto della donna dai capelli argentei delle sue allucinazioni, la dottoressa Sinskey che gli rivela che è stata lei stessa ad "assoldarlo" per questa ricerca portandolo a Firenze dato che uno scienziato pazzo, un certo Bertrand Zobrist, minaccia l'intera umanità con un virus capace di elimnare 1/3 della popolazione mondiale come, nel MedioEvo, fece la peste nera.
Zobrist è un transumanista, ossessionato dal problema della sovrappopolazione mondiale ed ha assoldato un ente, il Consortium, per sparire dalla circolazione e lavorare, all'insaputa di tutti, al suo malsano progetto. Come inno al suo disegno malato ha lasciato un video in cui si vede chiaramente che il virus è posto in un sotterraneo colmo d'acqua, contenuto in una sacca idrosolubile, ed una targa indica che sarà liberato l'indomani.
Gli viene rivelato anche che nessuno voleva ucciderlo, ma è stata tutta una messa in scena del Consortium che voleva carpire preziose informazioni da lui e l'OMS, credendo che si fosse venduto alla concorrenza, gli dava la caccia per chiedergli semplicemente spiegazioni. Quindi nessuno aveva tentato di ucciderlo, la ferita alla testa era solo un piccolo taglio ricucito per rendere il tutto credibile e Sienna, che l'aveva accompagnato tutto il giorno, faceva parte della recita.
Langdon, grazie alle rivelazioni della dottoressa, scoprirà anche che Sienna, la donna che gli aveva salvato la vita, in realtà è complice ed amante di Zobrist.
Ancora intontito dalle rivelazioni svela che dovranno recarsi ad Istanbul perchè è lì che si trova la tomba del doge Enrico Dandolo.
Si recano, quindi, in Turchia, con un jet privato ed arrivati sul posto, davanti la tomba di Dandolo, in Santa Sofia, e ricordando i versi della maschera funeraria che intimavano di seguire lo scroscio dell'acqua si rendono conto che dovranno andare all'antica cisterna della città.
Arrivano sul posto che è gremito di gente per un concerto musicale, e cercano di trovare l'esatto punto in cui è posta la sacca contente in virus, la trovano ma è troppo tardi, la sacca è stata lacerata!
Proprio qui, Landgon rincontra Sienna ( recatasi sul posto, probabilmente, per portare a termine i piani del suo amante) che inizia a scappare.
Quando finalmente Langdon riesca a parlarle, la giovane gli rivela che la sacca l'ha già trovata lacerata e che la targa non recava la data in cui il virus si sarebbe liberato, bensì la data in cui avrebbe avuto la sua massima diffusione mondiale e che quest'agente patogeno non voleva sterminare il mondo con le malattie, come aveva fatto la peste, ma modificava il genoma umano rendendo sterili parte della popolazione, random, in modo che il fenomeno della sovrappopolazione sarebbe andato via via scemando naturalmente.
Queste rivelazioni convincono Langdon, che porta Sienna a cospetto della dottoressa Sinskey che, dopo averla ascoltata, la invita a partecipare al comizio, tenuto a Ginevra, per discutere della cosa.
Langdon, riavuti i suoi effetti personali e restituita la maschera funeraria dell'Alighieri, ritorna alla sua vita abituale.


COMMENTI

Il romanzo, ripeto, è di una banalità unica; chi ha avuto a che fare un minimo con questo genere di romanzi, riesce da subito a captare e prevedere ogni mossa, ogni minimo dettaglio che l'autore crea si immagina già la sua esatta collocazione, in particolare il personaggio che accompagna Robert Langon in tutto il romanzo, Sienna Brooks, una bella ragazza con un intelligenza molto superiore alla norma, si percepisce già nei primi capitoli del libro, che lei "se la intende" con Bertrand Zobrist, il facoltoso svizzero che minaccia il mondo, e che sarà il pezzo mancante del puzzle che decifrerà l'intera questione.
A parte questo il romanzo, con mio grande dispiacere, aveva riferimenti all'opera Dantesca davvero minimali e di contorno, Inferno più che la cantica di Dante, definisce L'agente patogeno creato dal folle scienziato.
E' vero che il finale è stato del tutto inaspettato, nessuno di noi, credo, si sarebbe aspettato che il virus sarebbe riuscito a propagarsi, della serie "risolvono la questione e vissero tutti felici e contenti", ma può un finale inaspettato rialzare la quota di un romanzo che risulta scontato per 450 pagine ??
Certo, c'è da dire che lo stile di Brown è piacevole, rende la lettura scorrevole e nonostante scontato non annoia, si fa leggere, insomma; ma cavolo, hai tra le mani elementi straordinari, Dante Alighieri ed il suo Inferno che già da solo, inserendone un pò di più, probabilmente, sarebbe riuscito a rialzare un minimo la storia, tre città fantastiche culla di storia unica ed inimitabile, Langdon stesso che è un personaggio interessante, come puoi rendermi una storia così scontata?
E vogliamo parlare del finale del libro??? Quanti di voi non si aspettavano che il libro sarebbe finito con la stessa parola con cui finiscono le tre cantiche della Divina Commedia : stelle??
Vabbè, in poche parole per me vale la pena leggere il libro soltanto per la gita immaginaria che ci fa fare attraverso il suo racconto, certo riportano qualche inesattezza, ma sicuramente il venire a conoscenza di tutta la storia dietro determinate opere, ha sempre il suo erotico fascino ;)
Fatto sta che mi ha fatto venire voglia di una bella gita a Firenze !
Molto interessanie sono gli spunti a riflettere sul problema della sovrappopolazione, alla fin fine, il cattivo non è poi così cattivo !
Voi come la pensate, condividete o no le idee del Dott. Zobrist?


Spero che la mia recensione sia di vostro gradimento, certo non sono un critico, ma amo da sempre leggere, e dato che questo blog vuole racchiudere le mie passioni, non potevo non condividere le mie opinioni su quello che leggo.
Voi l'avete letto? Cosa ne pensate? Fatemi sapere con un commento....

Kissotto....

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